Con il termine "restauro" si intende un'ampia gamma di operazioni che interessano il mobile:
la pulitura, la disinfestazione, la falegnameria e la finitura o lucidatura.
Si discute molto, anche tra restauratori professionisti, quale sia il modo migliore d'intervenire su un mobile antico, cioè se è meglio limitare al minimo l'intervento sul manufatto, mantenendolo
quanto piu' possibile nelle condizioni in cui si trova, oppure intervenire in maniera piu' incisiva, anche sostituendo pezzi in maniera sensibile (ma, comunque, in una percentuale non
superiore al 30% dell'intero mobile) e riportarlo, quindi, vicino alle condizioni originali.
Nel primo caso parliamo di "restauro conservativo" che è poi quello che usa maggiormente le "belle arti" non
solo, ovviamente, per i mobili antichi, ma per qualsiasi opera d'arte (dagli affreschi di Giotto al Colosseo).
Nel secondo caso si parla di "restauro antiquariale" che, come dice il nome, è usato maggiormente dagli antiquari, questo tipo di restauro consente di riportare il mobile in condizioni
efficienti per poter essere utilizzato da eventuali acquirenti.
E' importante, a questo punto, informare il lettore che il restauro professionale non è arbitrario, come potrebbe sembrare da quanto detto sopra, ma è regolato dalla "CARTA DEL RESTAURO" emessa
dal ministero delle belle arti nel 1987 che pur non essendo vincolante, da delle linee giuda precise sul modo di restaurare.
Quanto detto, se pur utile per avere un'idea di cosa s'intende per restauro, ha un valore puramente accademico per noi "amatori" che desideriamo solo riportare in vita mobili relativamente poco
costosi, cioè quei mobili che si possono trovare nella soffitta della nonna, in qualche mercatino o, per chi le frequenta, nelle aste, infatti
difficilmente in questi posti troverete mobili rari e di gran valore in quanto allocati già da molto tempo da intenditori e antiquari.
Se siete in possesso di mobili antichi rari e di pregio sarà senz'altro opportuno rivolgersi a restauratori professionisti che hanno l'esperienza, la competenza e i mezzi per effettuare un
buon restauro, infatti un restauro fatto male sminuirà notevolmente il valore del vostro mobile.
Ma che differenza c'è tra mobile antico e vecchio?
Innanzitutto bisogna dire che per il mobile di antiquariato il termine "vecchio" non è dispregiativo, infatti si considera vecchio ciò che è stato prodotto
negli ultimi cento anni, mentre viene considerato antico quello antecedente l'ultimo secolo. Anche in questo caso è difficile trovare un confine netto;
un comò della nonna può essere bello e di valore quanto e più di un mobile antico.
Restaurare non significa riportare a nuovo, anzi, ma ripristinare nel rispetto dell'invecchiamento, dell'usura e della storia del mobile. L'amatore deve
quindi imparare a fare una diagnosi del danno, a trattare il legno, a scegliere gli attrezzi adatti, ma soprattutto ad armarsi di tanta, tanta
pazienza.
Siate sempre molto prudenti, arginate i danni e reintegrate solo le parti rovinate, evitate di toccare il resto; un mobile antico o vecchio va sempre rispettato.
Quella del restauro è una vera e propria arte e come tutte le arti richiede studio.
Bisognerà, quindi, dedicarsi a qualche buona lettura che illustri gli stili e le caratteristiche costruttive durante le varie epoche.
Acquistare, inoltre, un manuale di falegnameria vi aiuterà senz'altro nella pratica, determinante per una buona riuscita del lavoro.
Restaurare o comprare mobili nuovi?
La motivazione che spinge un amatore ad avvicinarsi al mondo del restauro va oltre quello che può essere il
valore commerciale del manufatto; la motivazione principale, in genere, è il desiderio di salvare un pezzo di famiglia dall'abbandono e, anche se non c'è da
guadagnarci economicamente, la soddisfazione di vivere con un mobile caro, magari con tanti ricordi, ma destinato a marcire se voi non deciderete di riportarlo in vita col vostro lavoro. Questa
può essere, da sola, una giustificazione per orientarsi verso il restauro anche se acquistare un mobile nuovo è più semplice e meno faticoso.